A volte districarsi tra i numeri delle protezioni solari non è semplice e, pensando anche ai piccoli, ognuno vorrebbe essere in grado di fare la scelta migliore.
La luce del sole di per sé stimola la produzione di endorfine, i raggi infrarossi aiutano a migliorare la circolazione, accelerano il metabolismo e aiutano la produttività.
Ma al contempo l’esposizione incontrollata può essere dannosa e se eccessiva può causare seri danni.
Ad esempio, scottature solari ripetute durante l’infanzia e l’adolescenza, aumentano il rischio di sviluppare il tumore delle cellule epiteliali ed il melanoma in età adulta.
È importantissimo proteggersi sin dall’infanzia.
Anche chi da adulto è meno soggetto alle scottature e a maggior ragione chi ha la pelle sensibile, è bene che utilizzi precauzioni.
Cerco di fare un po’ di chiarezza, perché penso possa essere d’aiuto a chi volesse prendere consapevolezza con il mercato delle protezioni solari, comprendendone sino in fondo l’indispensabilità per mantenersi in salute.
Il Fattore di Protezione (SPF) indica la capacità di un prodotto di filtrare i raggi UV e di ritardare l’insorgere dell’eritema.
Si tratta di un valore numerico che è determinato mediante appositi test, fisici e biologici, che prevedono prove in vitro o in “vivo”.
Le Raccomandazioni della Commissione Europea sull’efficacia dei prodotti per la protezione solare suggeriscono per maggior chiarezza di distinguere i solari in base al tipo di protezione riportando in etichetta le seguenti diciture:
L’SPF (dall’inglese Sun Protection Factor), ossia il fattore di protezione solare, fa riferimento però solo ai raggi UVB e cioè al 5% delle radiazioni ultraviolette che arrivano sulla terra e che sono responsabili dell’abbronzatura ma anche di scottature, eritemi e tumori della pelle.
Ma anche i raggi UVAsono dannosi.
Rappresentano circa il 95% delle radiazioni ultraviolette e a differenza degli UVB non sono bloccati da nuvole o dai vetri e penetrano la pelle in profondità.
Possono essere responsabili di foto-invecchiamento, macchie della pelle, intolleranze solari e tumori.
La Raccomandazione Europea del 22/06/2006 prevede che il valore minimo di protezione UVA sia almeno 1/3 rispetto all’SPF, e che nei prodotti che proteggono anche da questi ultimi, tale caratteristica debba essere riportata in modo chiaro con il simbolo di un cerchio contenente la scritta UVA.
Sfatiamo un luogo comune.
Non è possibile indicare in etichetta diciture come “schermo totale“ o “protezione totale” come accadeva nel recente passato, che farebbero presupporre una protezione del 100% dai raggi UV: sarebbero indicazioni non veritiere.
Detto questo, occorre ricordare che un solare, per poter mantenere la sua funzione protettiva, va applicato prima dell’esposizione e riapplicato con frequenza, in particolare dopo il bagno o doccia e dopo intense sudorazioni.
Inoltre, i filtri solari chimici tendono a degradarsi e quindi ad essere meno attivi nel tempo, soprattutto se tenuti in condizioni critiche come può essere l’esposizione al sole.
Per questo è bene non utilizzare i solari dell’anno precedente e ogni stagione acquistarne dei nuovi.
DADA mio ogni anno produce un lotto nuovo di creme solari impegnandosi a sostituire nei suoi punti vendita le vecchie confezioni per garantire al cliente finale un prodotto sempre al top.
Inoltre sulle confezioni antisabbia che abbiamo pensato per agevolare i consumatori (quante volte la crema solare ti è caduta riempiendosi di granelli fastidiosi che ti hanno rovinato la sensazione gradevole che si ha quando la si spalma sul corpo?) ho voluto inserire le indicazioni di cui ti ho parlato.
Se stai cercando un solare per proteggere la tua pelle dai raggi solari, dai un’occhiata ai prodotti che ho pensato per te
e se hai dubbi contattami.