SPF 30, SPF 50, UVA, UVB…. ma come si legge l’etichetta di un solare?

leggere etichetta del solare

protezione solare: quanta confusione

A volte districarsi tra i numeri delle protezioni solari non è semplice e, sopratutto pensando ai più piccoli, ognuno vorrebbe essere in grado di fare la scelta migliore.

Facciamo allora un po’ di chiarezza:

1) SPF

Il Fattore di Protezione (SPF) indica la capacità di un prodotto di filtrare i raggi UV e di ritardare l’insorgere dell’eritema.

La normativa Europea suggerisce di distinguere i solari in base al tipo di protezione riportando in etichetta le seguenti diciture:

– Protezione bassa (SPF 6, 10)

– Protezione media (SPF 15, 20, 25)

– Protezione alta (SPF 30, 50)

– Protezione molto alta (SPF 50+)

 

2) UVA – UVB

L’SPF fa riferimento solo ai raggi UVB e cioè al 5% delle radiazioni ultraviolette che arrivano sulla terra e che sono responsabili dell’abbronzatura ma anche di scottature, eritemi e tumori della pelle.

Ma anche i raggi UVA sono dannosi! Rappresentano circa il 95% delle radiazioni ultraviolette e a differenza degli UVB non sono bloccati da nuvole o dai vetri e penetrano la pelle in profondità.

Possono essere responsabili di foto-invecchiamento, macchie della pelle, intolleranze solari e tumori.

La Raccomandazione Europea del 22/06/2006 prevede che il valore minimo di protezione UVA sia almeno 1/3 rispetto all’SPF, e che nei prodotti che proteggono anche da questi ultimi, tale caratteristica debba essere riportata in modo chiaro con il simbolo di un cerchio contenente la scritta UVA.

 

3) Non esiste il 100%

Non è possibile indicare in etichetta diciture come “schermo totale “ o “protezione totale” che farebbero presupporre una protezione del 100% dai raggi UV, perché sarebbero indicazioni non veritiere.

 

Detto questo occorre ricordare che un solare, per poter mantenere la sua funzione protettiva, va applicato prima dell’esposizione e riapplicato con frequenza, in particolare dopo il bagno e dopo intense sudorazioni.

Inoltre i filtri solari tendono a degradarsi e quindi ad essere meno attivi nel tempo, soprattutto se tenuti in condizioni critiche come può essere l’esposizione al sole: per questo è bene non utilizzare i solari dell’anno precedente e ogni stagione acquistarne dei nuovi

 

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